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15-02-2002
Droghe, nessuna distinzione tra pesanti e leggere
Fonte: Corriere della Sera
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Fini: no alla filosofia della riduzione del danno. Il prefetto Soggiu: anche la marjuana è diventata un pericoloso allucinogeno. Piano triennale del governo: no al metadone, riforma delle strutture per il recupero dei tossicodipendenti ROMA - Le parole sono chiare: «Il nuovo governo cambia totalmente rotta nella politica delle droghe: no alla filosofia della riduzione del danno. Che di danni ne ha fatti fin troppi. Siamo per un recupero totale del soggetto tossicodipendente». Il vicepremier Gianfranco Fini ieri ha interrotto la seduta del Consiglio dei ministri per esporre il piano triennale del governo sulla tossicodipendenza. Che comincia da un secco: no al metadone. Segue la conferma di un’altra filosofia già annunciata: «Per noi la droga è droga: non c’è nessuna distinzione tra pesante o leggera». Di lì a poco il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, non esita a definire il metadone «una droga a tutti gli effetti», che verrà quindi riservata «soltanto ai periodi acuti, limitati nel tempo e, soprattutto, sarà usata sempre a scalare». E il prefetto Pietro Soggiu, capo del neonato Dipartimento nazionale antidroga, aggiunge un dato inedito sulla pericolosità della marijuana: «Oggi è molto diversa da 20 anni fa, quando effettivamente era più "leggera". Per capire: allora non c’era più del 2-3% di entità di principio attivo, il Thc. Ora nella marijuana c’è più del 16 per cento di Thc, ovvero è un vero e proprio allucinogeno». Il prefetto Soggiu continua sciorinando «dati inquietanti» per dire: «Nei Sert sono aumentati gli utenti che usano il metadone (passati dal 43 per cento del ’95 al 52 per cento del 2000). Ho visitato alcuni Sert in questi mesi e vi ho trovato a lavorare persone eroiche, motivate. Ma i Sert così come sono oggi non vanno, visto che qui si cronicizza la tossicodipendenza: gli utenti invecchiano dentro queste strutture, calcolando che gli ultratrentenni erano il 29% nel ’90 e sono diventati il 58% nel 2000». Ma Fini spazza via i dubbi: «Non intendiamo certo abolire i Sert. Vogliamo semplicemente riformarli». E riformare i Sert, le strutture per il recupero dei tossicodipendenti, vorrà dire coordinarli con i Dipartimenti di salute mentale, ma anche spingerli a una collaborazione con le comunità di recupero «siano esse laiche o cattoliche, non importa», precisa il vicepremier Fini, rilanciando l’apertura del governo verso queste strutture private che verranno coinvolte anche nella gestione delle strutture carcerarie a «custodia attenuata». «È la prima volta che un governo prende in seria considerazione la politica di contrasto alla droga. Quello che è stato fatto fino a oggi non ha portato a nulla», aggiunge Roberto Maroni, che da ministro del Welfare spiega l’impegno dell’esecutivo per il reinserimento del tossicodipendente nel mondo del lavoro, alla base delle nuove linee guida sulla tossicodipendenza. La nuova politica italiana METADONE Il punto di partenza delle nuove linee del governo per la lotta alla tossicodipendenza è un no alla riduzione del danno, seguito a un altro no secco al metadone. Sostanza sempre più usata nei Sert: gli utenti sono passati dal 43 per cento del ’95 al 52 del 2000 MARIJUANA Il vicepremier Fini rifiuta di distinguere tra i diversi tipi di sostanze: «Per noi la droga è la droga, non c’è differenza tra pesante e leggera». Secondo il prefetto Soggiu, la marijuana oggi è più pericolosa di venti anni fa: «Il principio attivo, il Thc, era presente in un massimo del 2-3 per cento. Ora è al 16 per cento» La strategia all’estero I PIU’ TOLLERANTI In Svizzera il 54,4 per cento dei cittadini ha votato a favore dell’«eroina di Stato», ovvero della somministrazione controllata (anche di metadone). La strategia adottata dalla Confederazione elvetica è la riduzione del danno. Anche in alcune città tedesche sono stati avviati programmi di somministrazione di metadone I PIU SEVERI In Belgio la legge non distingue tra le diverse droghe e reprime l’uso collettivo. Inoltre assimila il possesso per uso personale al traffico di stupefacenti. In Francia le leggi del ’70 e dell’87 reprimono qualsiasi tipo di uso e puniscono il traffico di stupefacenti con pene da due a venti anni di carcere.
Redattore: Staff Dronet
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