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SOSTANZE D'ABUSO
 
IL DISAGIO DEGLI ADOLESCENTI PARTE 1
Un numero crescente di condizioni di disagio degli adolescenti si va manifestando nel nostro tempo, con l’apparire di forme inconsuete e nuove, o che in altre epoche erano rese latenti da fattori socio-culturali e differenti dinamiche relazionali. Se si considerano le osservazioni dei sociologi e degli psicologi evoluzionisti, i repentini cambiamenti che si sono prodotti nella realtà sociale nelle ultime decadi includono elementi non sempre facili da identificare, capaci di "ferire" i bambini e gli adolescenti più di quanto non accadesse alla metà del secolo scorso. Tra questi appaiono più evidenti l’instabilità della famiglia, la riduzione degli spazi per relazioni interpersonali non strumentali, l’esposizione a un clima di disattenzione e in qualche caso di violenza in cui i bambini si trovano a crescere, la crisi delle ideologie politiche e delle fedi religiose con un impoverimento della percezione del futuro e delle risposte ai quesiti di senso.
Proprio in relazione a queste nuove problematiche sociali e ambientali, a dover interessare il medico, che per primo viene a contatto con il nucleo familiare e con le difficoltà dei bambini e degli adolescenti, non devono essere soltanto le forme di disagio conclamate e riconducibili a evidenti psicopatologie, ma soprattutto le situazioni di confine, spesso subcliniche e non facilmente diagnosticabili.
Una diffusa condizione diagnosticabile già nel bambino tra i tre e i sei anni, che può accompagnare tutta l’età evolutiva, persistendo sino alla prima giovinezza, è quella caratterizzata da un deficit della percezione delle gratificazioni (Blum et al., 2000), o meglio, l’incapacità a dilazionare la fruizione delle gratificazioni stesse: è la stessa condizione temperamentale che conduce un certo tipo di preadolescenti e adolescenti a ricercare un forte impatto emozionale al di fuori delle esperienze quotidiane: a coinvolgersi nelle varie forme di gioco d’azzardo (sale giochi, video games), a familiarizzare con materiale cinematografico del genere "horror", a esporsi al rischio del contatto con aggregazioni quali le sette e i culti o in altri casi a sviluppare dipendenza dal computer e da internet (Griffiths and Hunt, 1998; Hunter, 1998; Shapira et al., 2000).

SINDROME DA DEFICIT DELLA PERCEZIONE DELLE GRATIFICAZIONI
impulsività
suscettibilità alla noia
intolleranza alla frustrazione dell’attesa nei confronti di obiettivi progettuali.
temperamento con ricerca del nuovo e dello straordinario (novelty seeking)
aspettativa di forte impatto emozionale (Cloninger 1987)
propensione alla trasgressione
esposizione al rischio e ai comportamenti illegali (shop-lifting) (jumping) aggregazione a gruppi di pari devianti

Appare anche chiaro come proprio questi adolescenti siano i più vulnerabili per la facilità a sperimentare e a rimanere impigliati nell’abuso di alcool e nell’impiego di sostanze. Sempre da annoverare tra le forme di disagio non conclamate, e non incluse tra i disturbi clinici considerati dalla psichiatria ufficiale, è quel livello di malessere connesso con uno stato amotivazionale, e con la tendenza a vivere alla superficie di se stessi, che da alcuni
è stato definito "sindrome etica" (Andreoli, 1994), cioè un tale livello di fragilità della formazione socio-morale da tradursi in aspetti sindromici e quindi di malattia.
E ancora da considerare, tra i nuovi elementi di disagio, la incapacità a comunicare soprattutto nel campo emozionale: una sorta di "desertificazione" emozionale, vicariata dagli standard delle emozioni trasmesse dai media, che comporta sia una mancata percezione e consapevolezza degli stati emotivi propri, sia la difficoltà a decodificare il modo di sentire degli altri.

SINDROME ETICA
svogliato e disinteressato
irritabile e inconsistente
non sa appassionarsi ad alcuna attività anche ricreazionale
vago atteggiamento oppositivo nei confronti degli adulti
disponibile ai compromessi per la copertura delle esigenze consumistiche
aperto a esperienze di opposta valenza sul piano morale

Questi soggetti, dal canto loro, possono mostrare notevoli difficoltà delle relazioni interpersonali, con forme di comunicazione povera, ristretta all’aggredire e al dipendere. In una famiglia spesso tutta polarizzata sul denaro, a qualunque ceto sociale appartenga, e propensa a svalutare la cultura e la scuola, se non come ambiti che consentono uno stato socio-economico più avanzato, la mancanza di riferimenti valoriali e di fondamenti per la progettualità della persona conduce a una dispercezione del futuro che, anch’essa, può indurre nell’adolescente disforia e malumore, senso di inadeguatezz za e disillusione precoce.
Sempre più diffuse inoltre negli ultimi anni le forme di iperattività con deficit d’attenzione, alcune verosimilmente associate a un vero e proprio stato di malattia, che sarebbe connesso a una caduta della inibizione adrenergica del locus coeruleus, a una elevata concentrazione del transporter della dopamina a livello cerebrale, e che si è visto beneficiare della terapia con psicostimolanti (Vandenbergh et al., 2000). In altri casi il tratto iperattivo e le difficoltà attentive appaiono più sfumati e coinvolti con elementi relazionali e ambientali, risentendo semplicemente di interventi psico-pedagogici o di un approccio alle dinamiche familiari. Il bambino iperattivo, comunque, esposto alle inevitabili reazioni negative degli adulti, è a rischio per lo sviluppo di forme disreattive e oppositive, per una riduzione dell’autostima e per un facile approdo ad esperienze con le sostanze da abuso.

DEFICIT D’ATTENZIONE CON IPERATTIVITA’
Scarsa capacità di concentrarsi e di attenzione
Impulsività
Comportamento ipercinetico
Difficoltà dell’apprendimento
Difficoltà a portare a termine un compito assegnato

Importante diviene una diagnosi precoce che verifichi, da parte del medico, se le problematiche dell’attenzione sono confinate alla scuola e quindi meno preoccupanti, o presenti in più setting, quali il gioco, lo sport e l’ambiente domestico. Ancora più problematica, come forma di disagio che può accompagnare il bambino dall’epoca che precede la scuola alla fine dell’adolescenza, è il disordine della condotta: questo bambino, portato ai conflitti, agli agiti violenti,a mentire e rubare sistematicamente, a fuggire di casa adattandosi a vivere in ambienti marginali, non è in grado di accettare anche minime regole di comportamento (Cohn, 1990) . Il suo modo di essere lo rende rapidamente impopolare nei confronti dei coetanei e degli insegnanti, con una conseguente cristallizzazione della identità personale sino all’età adulta, e alla evoluzione nella personalità antisociale.
Al polo opposto, il medico può incontrare un bambino caratterizzato da timidezza estrema (Sloboda 1997), tendenza all’evitamento e all’ansia sociale. L’ansia da separazione nei confronti dei genitori e una tendenza ai disturbi psicosomatici si manifestano in combinazioni variabili in questi adolescenti: si tratta di un bambino facile ad ammalarsi, con una madre eccessivamente preoccupata e possessiva, con un temperamento che tende all’evitamento del pericolo ed abituato a un continuo supporto sul versante emotivo.

DISORDINE DELLA CONDOTTA
Partecipa a risse ed è aggressivo
Utilizza armi o oggetti analoghi che possono produrre seri danni
Fugge di casa e rimane a dormire fuori casa
Mente sistematicamente
É portato a rubare
É crudele con le persone e con gli animali
Distrugge o brucia oggetti che non gli appartengono
É trasgressivo a scuola

A costituire quadri sub-clinici di disagio, si devono anche considerare le forme non conclamate dei disturbi dell’alimentazione; condizioni che, senza presentare i criteri diagnostici della vera e propria anoressia e bulimia, appaiono indurre notevoli alterazioni della qualità dell’alimentazione, con significativi squilibri nei confronti della componente carboidratica, degli zuccheri semplici, e la irregolarità dell’assunzione del cibo, confinata al di fuori dei pasti principali.

SINDROME DA PROBLEMATICO ADATTAMENTO SOCIALE
Difficoltà di adattamento al nuovo
Timidezza estrema
Temperamento: dipendente dalla gratificazione
Sensibilità emotiva eccessiva
Senso di inadeguatezza e ansia
Disistima
Tendenza a isolarsi
Ansia da separazione
Disturbi psicosomatici

Da ultimo non è possibile dimenticare le problematiche che, nel nostro tempo, coinvolgono gli adolescenti rispetto allo sviluppo dell’identità di genere: non è raro imbattersi in condizioni che, in relazione al venir meno delle connotazioni del genere maschile e femminile culturalmente accettate sino a qualche anno fa, presentino, indipendente da una omosessualità vera e propria, difficoltà alla identificazione con il proprio genere e alla interazione con l’altro sesso.

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